CCNL Sanità: il punto sulla trattativa

Insoddisfazione delle OO.SS. per le modifiche proposte da Aran

Durante l’incontro svolto in data 29 luglio 2024, l’Aran ha presentato molteplici ipotesi di modifica inerenti alla parte normativa del contratto, che hanno portato le Organizzazioni sindacali a dichiarare una insoddisfazione complessiva rispetto all’andamento del negoziato.
Di seguito, alcune delle proposte avanzate da Aran:
– a fronte della richiesta da parte delle OO.SS. di un incremento del valore massimo dell’incarico di base fino a 3 mila euro (e contestuale innalzamento a 5.000€ della base per gli incarichi di complessità intermedia), l’Aran propone un incremento di soli 100 euro (da 1.300,00 a 1.400,00 euro);
– l’innalzamento dei turni effettuabili nel mese da sette a dieci ma nessun innalzamento per l’indennità oraria collegata alla pronta disponibilità;
– l’assegnazione alle aziende della possibilità di predisporre piani di smaltimento con il lavoratore, con il rischio di lasciare il singolo da solo rispetto alle richieste del dirigente di turno;
– l’introduzione di un articolo sulle misure di age management, ma ancora privo di contenuti sostanziali.

Conversione Decreto Sport: dipendenti P.A. e prestazioni sportive dei volontari

Pubblicata in G.U. la Legge 29 luglio 2024, n. 106 di conversione del D.L. 31 maggio 2024, n. 71, recante – fra le altre – disposizioni urgenti in materia di sport. Confermate le novità relative ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni che svolgono attività sportiva e alla gestione dei rimborsi spese dei lavoratori volontari.

Dipendenti delle pubbliche amministrazioni

Il comma 1 e la lettera a) del comma 3 dell’articolo 3 modificano la disciplina sulle prestazioni di lavoro sportivo da parte di dipendenti delle pubbliche  amministrazioni. In particolare, gli interventi legislativi, per i casi in cui l’importo dei corrispettivi non superi complessivamente i 5.000 euro annui, consentono le prestazioni di lavoro sportivo sulla base della sola comunicazione preventiva, in luogo dell’autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza.
Le novelle intervenute introducono, inoltre, per l’ambito del lavoro sportivo, una norma speciale relativa ai termini e le modalità delle comunicazioni obbligatorie alla pubblica amministrazione di appartenenza da parte dei soggetti eroganti corrispettivi ai pubblici dipendenti per lo svolgimento di incarichi subordinati ad autorizzazione della medesima amministrazione: modificando il comma 11 dell’ articolo 53 del D.Lgs. n. 165 del 2001, le comunicazioni relative ai lavoratori sportivi sono effettuate entro i trenta giorni successivi alla fine di ciascun anno di riferimento, in un’unica soluzione, ovvero alla cessazione del relativo rapporto di lavoro se intervenuta precedentemente (come già accennato, l’obbligo di comunicazione riguarda gli incarichi subordinati ad autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza, quindi esso a seguito delle novità intervenute si applica, nell’ambito del lavoro sportivo, esclusivamente per i casi di corrispettivi superiori ai 5.000 euro annui).

Il comma 2 dell’articolo 3 abroga invece l’articolo 53, comma 2, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi, il quale riguarda la qualificazione come reddito di lavoro autonomo dei redditi derivanti da prestazioni sportive oggetto di contratto diverso da quello di lavoro subordinato e da quello di collaborazione coordinata e continuativa; l’abrogazione è intesa a far salva con chiarezza la distinzione, ai fini fiscali, tra attività abituale e attività occasionale.

Prestazioni sportive dei volontari

La lettera b) del comma 3 dell’articolo 3 novella per intero l’articolo 29, comma 2, del citato D.Lgs. n. 36/2021, ridefinendo la disciplina dei rimborsi per le prestazioni sportive dei volontari (rese, come noto, al di fuori di rapporti di lavoro dipendente o autonomo).

L’intervento legislativo consente, in favore dei soggetti in esame, il riconoscimento di rimborsi forfettari, nel limite complessivo di 400 euro mensili, fermo restando il divieto di ogni altra forma di remunerazione. La possibilità del riconoscimento è subordinata alla condizione che il competente ente, organizzazione o società, con proprie deliberazioni, individui le tipologie di spese e delle attività di volontariato rientranti nelle forme di rimborso forfettario. I rimborsi possono essere riconosciuti anche qualora l’attività sia svolta nel comune di residenza del soggetto volontario (in precedenza il rimborso era riconosciuto esclusivamente per le spese documentate relative al vitto, all’alloggio, al viaggio e al trasporto, sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale di residenza del percipiente, o per le spese oggetto di autocertificazione).

I rimborsi ai volontari non concorrono a formare il reddito del percipiente, tuttavia, si specifica che tali importi sono inclusi nel computo degli emolumenti per l’applicazione dei limiti massimi di esclusione dall’imponibile della contribuzione previdenziale e delle imposte sui redditi, limiti stabiliti per alcune fattispecie di compensi per lavoro sportivo nell’area del dilettantismo.

E’ introdotto, altresì, un obbligo di comunicazione relativo ai rimborsi  forfettari in oggetto. Gli enti eroganti i rimborsi ai volontari sono infatti tenuti a comunicare i relativi nominativi e l’importo corrisposto a ciascuno attraverso il Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, entro la fine del mese successivo al trimestre di svolgimento delle prestazioni sportive del volontario. Tale comunicazione è resa immediatamente disponibile, per gli ambiti di rispettiva competenza, all’Ispettorato nazionale del lavoro, all’INPS e all’INAIL. La suddetta comunicazione è messa a disposizione tramite la piattaforma digitale nazionale dati (PDND), di cui all’articolo 50-ter del codice dell’amministrazione digitale, nonché tramite il sistema pubblico di connettività e cooperazione (SPC), di cui all’articolo 73 del medesimo codice.

CCNL Agenzia delle entrate: rinnovata la polizza sanitaria

Garantita la continuità di copertura sanitaria 

Il 30 luglio 2024, le Organizzazioni sindacali Fabi, First-Cisl, Cgil-Fisac, Uilca ed Unisin hanno comunicato che dal prossimo 1° agosto è risultata aggiudicataria la Cass di Assistenza Prevint, le cui prestazioni saranno garantite dalla compagnia Intesa San Paolo RBM Salute, attraverso il circuito Previmedical.
Pertanto, viene garantita la copertura sanitaria anche dopo la scadenza, in data 31 luglio, del contratto di settore.
Tanto premesso, si dovrà caricare sul nuovo portale le informazioni necessarie, inerenti i familiari fiscalmente a carico, per consentire alla Compagnia l’aggiornamento dei dati. 

CCNL Turismo Catene Alberghiere: indetta la mobilitazione per il rinnovo contrattuale

Le OO.SS. indicono una mobilitazione di 16 ore in protesta per il mancato rinnovo 

Con un comunicato stampa del 29 luglio 2024, la Fisascat-Cisl ha reso nota la mobilitazione per il rinnovo contrattuale per le lavoratrici ed i lavoratori del settore turismo-catene alberghiere. La mobilitazione arriva dopo due anni di trattative iniziate a maggio 2023 a cui ha fatto seguito la rottura del negoziato e lo sciopero di dicembre 2023. Ad oggi, il confronto si è nuovamente interrotto, come reso noto in un articolo di qualche giorno fa, ed è stato proclamato un pacchetto di 16 ore di sciopero nazionale per i dipendenti associate ad Aica e Federturismo. 
Le OO.SS. hanno chiesto di procedere con il rinnovo contrattuale, introducendo nuovi e migliorativi elementi salariali; mentre, le associazioni datoriali hanno introdotto elementi peggiorativi a livello contrattuale. Per le Sigle, le retribuzioni, a sei anni dal contratto, sono ancora lontane dall’attuale costo della vita. 

Integrazione salariale per sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa del caldo eccessivo

Considerata l’eccezionale ondata di calore che sta interessando tutto il territorio nazionale e dell’incidenza delle stesse sulle attività lavorative, l’INPS riassume le indicazioni circa le modalità con le quali richiedere le prestazioni di integrazione salariale e i criteri per la corretta valutazione delle istanze (INPS, Messaggio 26 luglio 2024, n. 2736).

Le indicazioni fornite dall’INPS riguardano sia i datori di lavoro che possono richiedere il trattamento ordinario di integrazione salariale (CIGO) sia i datori di lavoro che possono richiede l’assegno di integrazione salariale al Fondo di integrazione salariale (FIS) o ai Fondi di solidarietà bilaterali.

 

Nel caso in cui la sospensione o la riduzione delle attività lavorative sia disposta con ordinanza della pubblica Autorità, i citati datori di lavoro possono richiedere l’integrazione salariale – per i periodi e le fasce orarie di sospensione/riduzione indicate nelle ordinanze – con causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori”, prevista dall’articolo 8, comma 2, del D.M. 15 aprile 2016, n. 95442. In questo caso, i datori di lavoro dovranno soltanto indicare nella relazione tecnica presente in domanda o allegata alla stessa gli estremi dell’ordinanza che ha disposto la sospensione o la riduzione delle attività lavorative, senza doverla allegare.

 

In caso di caldo eccessivo che non consenta il regolare svolgimento delle attività lavorative, resta ferma anche la possibilità di richiedere le integrazioni salariali con causale “evento meteo” per “temperature elevate”. Non è possibile presentare due distinte domande riferite agli stessi lavoratori e a periodi di sospensione o riduzione interamente o parzialmente sovrapponibili, l’una con causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori” e l’altra con causale “evento meteo” per “temperature elevate”. Tuttavia, nel caso in cui sia presentata un’istanza con causale “evento meteo” per “elevate temperature” riferita a periodi interessati anche da ordinanze di sospensione o riduzione delle attività lavorative per caldo eccessivo adottate da pubbliche Autorità, nel corso dell’istruttoria si terrà conto di tale circostanza. Potranno quindi essere riconosciute come integrabili sia le giornate/ore in cui è stato accertato l’effettivo verificarsi dell’evento meteo avverso sia, indipendentemente dal predetto accertamento, le giornate/ore per le quali le predette ordinanze hanno vietato il lavoro.

 

Come chiarito con precedenti messaggi, in caso di domanda con causale “evento meteo” per “temperature elevate”, la prestazione di integrazione salariale può essere riconosciuta laddove le temperature medesime risultino superiori a 35° centigradi. Anche il verificarsi di temperature pari o inferiori a 35° centigradi può determinare l’accoglimento della domanda di accesso alle prestazioni di integrazione salariale qualora entri in considerazione la valutazione della temperatura c.d. “percepita”, che è più elevata di quella reale (si pensi ad attività lavorative svolte in luoghi non proteggibili dal sole o comportanti l’utilizzo di materiali o di macchinari che producono a loro volta calore, oppure l’impiego di strumenti di protezione, quali tute, caschi, etc., può comportare che la temperatura percepita dal lavoratore risulti più elevata di quella registrata dal bollettino meteo), pertanto la valutazione dell’integrabilità della causale richiesta non deve fare riferimento solo al grado di temperatura, ma anche alla tipologia di attività svolta e alle condizioni nelle quali si trovano concretamente a operare i lavoratori.

 

Tali valutazioni sono possibili solo se si dispone di adeguati elementi informativi è dunque raccomandabile, per un’efficace istruttoria della domanda, redigere la relazione tecnica in modo completo, indicando non solo l’evento meteorologico che si è verificato, nel caso in esame il caldo eccessivo, ma anche descrivere l’attività lavorativa o la tipologia di lavori che sono stati sospesi o ridotti nonché le modalità di svolgimento delle lavorazioni stesse. I datori di lavoro non devono, invece, allegare alla domanda i bollettini meteo, atteso che gli stessi sono acquisiti d’ufficio dall’Istituto (cfr. messaggi n. 1856/2017 e n. 2276/2017).

 

Gli operatori di Sede, ai fini di una più puntuale valutazione degli elementi a supporto della richiesta di accesso al trattamento di integrazione salariale nei casi in commento, potranno avvalersi delle documentazioni o delle pubblicazioni su dati relativi agli indici di calore da parte dei vari dipartimenti meteoclimatici o della protezione civile nonché della consultazione della mappa del rischio riportata sul sito web worklimate.

 

Le indicazioni fornite valgono anche con riferimento alle lavorazioni al chiuso, allorché le stesse non possano beneficiare di sistemi di ventilazione o raffreddamento per circostanze imprevedibili e non imputabili al datore di lavoro, nonché nell’ambito del lavoro svolto in agricoltura, secondo la disciplina in materia di cassa integrazione speciale per gli operai e impiegati a tempo indeterminato dipendenti da imprese agricole (CISOA) ex Legge 8 agosto 1972, n. 457, e successive modificazioni.

 

L’Istituto ricorda infine che, per quanto riguarda i trattamenti di integrazione salariale (CIGO, assegno di integrazione salariale del FIS e dei Fondi di solidarietà bilaterali) sia la causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori” sia la causale “evento meteo” per “temperature elevate” integrano fattispecie annoverabili tra gli “eventi oggettivamente non evitabili” (EONE) e, pertanto, per le domande presentate con le predette causali:

– non è richiesta l’anzianità di effettivo lavoro di 30 giorni che i lavoratori devono possedere presso l’unità produttiva per la quale viene richiesto il trattamento;

– i datori di lavoro non sono tenuti al pagamento del contributo addizionale nelle misure previste;

– il termine di presentazione è l’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui l’evento si è verificato;

– l’informativa sindacale non è preventiva ed è sufficiente per i datori di lavoro, anche dopo l’inizio della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, comunicare alle RSA o RSU, ove esistenti, nonché alle articolazioni territoriali delle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, la durata prevedibile del periodo per cui è richiesto l’intervento e il numero dei lavoratori interessati;

– per le imprese dell’industria e dell’artigianato edile e dell’industria e dell’artigianato lapidei, la predetta informativa è dovuta limitatamente alle richieste di proroga dei trattamenti con sospensione dell’attività lavorativa oltre le 13 settimane continuative.