Eventi alluvionali maggio 2023: sospensione dei termini dei ricorsi amministrativi

L’INAIL ricorda che, per i soggetti interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal mese di maggio 2023, il periodo di sospensione applicabile ai ricorsi amministrativi in materia di tariffe dei premi è quello dal 1° maggio 2023 al 31 agosto 2023 (INAIL, circolare 25 settembre 2023, n. 43).

Il D.L. n. 61/2023, meglio noto come “Decreto Alluvioni”, tra le altre misure urgenti in favore dei soggetti che, alla data del 1° maggio 2023, avevano la residenza, il domicilio, la sede legale, la sede operativa o esercitavano la propria attività lavorativa, produttiva o di funzione nei territori colpiti dagli eventi alluvionali, ha previsto anche la sospensione dei termini in materia di giustizia civile e penale (articolo 2).

 

In sede di conversione del predetto decreto, la Legge n. 100/2023 è intervenuta con modificazioni proprio sull’articolo 2, comma 4, eliminando dal quarto periodo del comma il riferimento ai ricorsi amministrativi.

 

Nella sua nuova formulazione, dunque, l’articolo 2, nell’ultima parte del comma 4, prevede che sono altresì sospesi, per lo stesso periodo (ovvero dal 1° maggio al 31 luglio 2023) e nei riguardi dei medesimi soggetti, i termini relativi ai processi esecutivi e alle procedure concorsuali, nonché i termini di svolgimento di attività difensiva e per la presentazione di ricorsi giurisdizionali. 

 

Per la sospensione dei ricorsi amministrativi, invece, la norma a cui fare riferimento è ora quella contenuta nell’articolo 4, commi 1 e 2 del D.L. n. 61/2023 che stabilisce, quale arco temporale di riferimento, quello che va dal 1° maggio 2023 al 31 agosto 2023.

 

L’INAIL recepisce tale modifica e, nella circolare in oggetto, precisa, appunto, che, relativamente ai ricorsi in materia di tariffe dei premi assicurativi, si applica il periodo di sospensione dal 1° maggio 2023 al 31 agosto 2023 stabilito dal suddetto articolo 4, commi 1 e 2. 

 

Si ricorda che il termine sospeso in argomento è quello di 30 giorni previsto dall’articolo 4 del D.P.R. n. 314/2001 e che i ricorsi sono quelli di cui agli articoli 1 e 2 del medesimo decreto presidenziale, ovvero:

 

ricorsi al Consiglio di amministrazione dell’INAIL, avverso i provvedimenti dell’Istituto riguardanti l’applicazione delle tariffe dei premi assicurativi per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, compresi quelli adottati direttamente dall’INAIL; 

 

ricorsi alle sedi territoriali dell’INAIL, avverso provvedimenti emessi dalla stessa sede concernenti a) l’oscillazione del tasso medio di tariffa per prevenzione infortuni e igiene dei luoghi di lavoro, limitatamente al primo biennio di attività, e per andamento infortunistico, adottati secondo le modalità di applicazione delle tariffe dei premi approvate; b) l’oscillazione del tasso supplementare di tariffa per l’assicurazione contro la silicosi e l’asbestosi. 

Domanda unica per delegare a persona di fiducia l’accesso ai servizi online delle Entrate e dell’AdER

Basta una sola domanda per delegare un familiare o una persona di fiducia ad accedere, nel proprio interesse, ai servizi online dell’Agenzia delle entrate e dell’Agenzia delle entrate-riscossione, con durata al massimo fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di attivazione (Agenzia delle entrate, provvedimento 22 settembre 2023, n. 332731).

Già dal 2022 i contribuenti che hanno difficoltà o sono impossibilitati ad accedere in prima persona alle informazioni e ai servizi on line disponibili nell’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate possono avvalersi della procedura che consente ad un’altra persona fisica di operare nel loro interesse.

La procedura è rivolta ai “rappresentanti”, ossia i soggetti legalmente titolati a operare per conto di persone che, per motivi legali o sanitari, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi (tutori, amministratori di sostegno, curatori speciali ed esercenti la responsabilità genitoriale) e alle “persone di fiducia”, ossia i soggetti abilitati ad operare nell’interesse di altre persone fisiche, su espressa richiesta di queste ultime.

Tale soluzione è stata estesa anche ai servizi dell’Agenzia delle entrate-riscossione. In tal modo, con un’unica istanza, è ora possibile richiedere l’abilitazione (o la disabilitazione) all’utilizzo dei servizi disponibili nelle aree riservate delle due Agenzie.

È comunque consentito richiedere l’abilitazione (o la disabilitazione) all’utilizzo dei soli servizi on line dell’Agenzia delle entrate o dell’Agenzia delle entrate-riscossione.

In quest’ultimo caso, la richiesta è effettuata con le stesse modalità con cui si richiede l’abilitazione (o la disabilitazione) all’utilizzo dei servizi on line dell’Agenzia delle entrate.

 

Tale richiesta di abilitazione viaggia su tre diversi modelli (persone di fiducia, tutori/amministratori di sostegno/curatori speciali, genitori) e va presentata:

  • tramite il servizio on line “Consegna documenti e istanze”, disponibile nella sua area riservata dell’Agenzia delle entrate. Il modulo può essere sottoscritto con firma digitale o, se compilato in formato cartaceo e sottoscritto con firma autografa, può esserne trasmessa la copia per immagine;

  • in allegato a una PEC inviato ad una qualunque Direzione Provinciale dell’Agenzia delle entrate. Il modulo può essere sottoscritto con firma digitale o, se compilato in formato cartaceo e sottoscritto con firma autografa, può esserne inviata la copia per immagine, corredata dalla copia del documento di identità del rappresentante;

  • presso un qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia delle entrate. In tal caso il modulo è presentato in originale, in formato cartaceo e sottoscritto con firma autografa, ed il rappresentante è tenuto ad esibire il proprio documento di identità;

  • tramite il servizio on line di videochiamata, disponibile nella sezione “Prenota un appuntamento” del sito internet dell’Agenzia delle entrate, secondo le modalità ivi indicate. In tal caso il modulo, compilato in formato cartaceo e sottoscritto con firma autografa, è esibito a video, unitamente al documento di identità del rappresentato. A conclusione dell’appuntamento, il rappresentante può sottoscrivere il modulo con firma digitale, inviandolo in allegato a un messaggio PEC o di posta elettronica ordinaria (e-mail) all’ufficio dell’Agenzia delle entrate contattato o, in alternativa, può inviare a quest’ultimo la copia per immagine del modello cartaceo esibito a video, corredata dalla copia del proprio documento di identità.

Nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate sono disponibili “su delega” numerosi servizi, che spaziano dalla consultazione (accedere al cassetto fiscale del rappresentato o interessato, visualizzare le comunicazioni e i pagamenti, effettuare visure degli immobili) alle richieste (per esempio ottenere il duplicato della tessera sanitaria) fino al controllo del pin e la possibilità di gestione dei propri contatti. Naturalmente il rappresentante o la persona di fiducia può gestire, per conto dell’interessato, anche tutte le funzionalità relative alla dichiarazione precompilata: visualizzazione, eventuale modifica e integrazione, invio del modello.

 

Nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate-riscossione sarà ora consentito, a persone di fiducia e rappresentanti, utilizzare svariati servizi: visualizzazione di eventuali cartelle e avvisi di pagamento (emessi a partire dal 2000), consultazione di pagamenti, sgravi, sospensioni, piani di rateizzazione, richiesta di informazioni specifiche sulla posizione debitoria. Sarà inoltre possibile presentare istanza di rateizzazione, di sospensione legale della riscossione e utilizzare i servizi relativi alla definizione agevolata dei carichi iscritti a ruolo.

 

L’abilitazione all’utilizzo dei servizi on line delle due Agenzie nell’interesse di un’altra persona scade il 31 dicembre dell’anno indicato nel modulo e il termine di scadenza non può, in ogni caso, essere superiore al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in cui l’abilitazione è attivata.

PreviAmbiente: nuova modalità trimestrale di versamento della contribuzione al Fondo

Dal 1° gennaio 2024 le imprese associate al Fondo sono chiamate a versare trimestralmente i contributi trattenuti sulle buste paga dei  lavoratori

Il Fondo Pensione PreviAmbiente ha comunicato a tutte le aziende associate le nuove indicazioni operative, valide a partire dal 1° gennaio 2024, per effettuare i versamenti della contribuzione ordinaria per gli iscritti. Le imprese sono chiamate a versare trimestralmente i contributi trattenuti sulle buste paga dei lavoratori.
I versamenti dovranno essere effettuati tramite bonifico bancario con valuta beneficiario e disponibilità il giorno 16 del mese (oppure primo giorno lavorativo successivo se il 16 cade in un giorno  festivo o di sabato). Nello specifico, gli importi relativi alla contribuzione ordinaria per il I trimestre 2024 dovranno essere versati entro il 16 aprile 2024. Allo stesso modo, gli importi relativi al II, III, IV trimestre dovranno essere versati, rispettivamente, in data 16 luglio 2024, 16 ottobre 2024 e 16 gennaio 2025 e così a seguire. 

Le date di inizio e fine competenza devono essere indicate nel formato AAAAMMGG. Ad esempio, nel caso di  versamento trimestrale del 1° trimestre 2024 le date da indicare saranno: 20240101 – 20240331.
Restano invece invariate le altre indicazioni relative ai versamenti, in particolare la causale del bonifico che dovrà contenere le seguenti informazioni:
– codice fiscale azienda
– ragione sociale
– codice azienda
– data inizio competenza
– data fine competenza separati da “-”.
Il bonifico dovrà essere disposto sulle coordinate bancarie del Fondo Pensione Previambiente. Il versamento degli importi a titolo di contribuzione ordinaria dovrà essere accompagnato dalla contestuale trasmissione della distinta di contribuzione utilizzata per comunicare la tipologia di contributi versati al Fondo (TFR, premio, contributo lavoratore e contributo azienda). 

Il Fondo precisa inoltre che l’omesso o il ritardato versamento della contribuzione ordinaria, oltre il termine tassativamente  indicato in precedenza, ovvero il mancato invio della distinta di contribuzione, determina un’omissione contributiva e la conseguente attivazione della procedura di more e ristori prevista dal fondo pensione.  

Pensione anticipata: le istruzioni per l’Incentivo al posticipo 

Fornite le indicazioni per la gestione degli adempimenti previdenziali connessi alla misura di rinuncia all’accredito contributivo (INPS, circolare 22 settembre 2023, n. 82).

L’INPS ha fornito le istruzioni operative e contabili necessarie alla gestione degli adempimenti previdenziali connessi alla possibilità di rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a carico dei lavoratori dipendenti che abbiano maturato i requisiti di accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile (articolo 1, comma 286, Legge n. 197/2022 o Legge di bilancio 2023).

Proprio la Legge di bilancio 2023 al comma 287 ha previsto anche che le modalità di attuazione della misura in questione fossero stabilite con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge stessa. Il decreto attuativo (decreto 21 marzo 2023) è stato poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 110 del 12 maggio 2023 e successivamente modificato all’articolo 1, comma 5, con comunicazione di errata corrige nella Gazzetta Ufficiale n. 117 del 20 maggio 2023.

La misura

I lavoratori dipendenti, iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria, o a forme sostitutive ed esclusive della medesima, che, avendo maturato il diritto alla pensione anticipata flessibile, scelgano di proseguire l’attività lavorativa dipendente, hanno facoltà di rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi previdenziali a loro carico relativi all’Assicurazione generale per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) o a forme sostitutive ed esclusive della medesima.

L’esercizio della facoltà di rinuncia produce i seguenti effetti:

–  il datore di lavoro è sollevato dall’obbligo di versamento contributivo della quota IVS a carico del lavoratore che ha esercitato la facoltà in parola. Resta fermo, invece, l’obbligo di versamento contributivo della quota IVS a carico del datore di lavoro. La posizione assicurativa del lavoratore dipendente, pertanto, continua a essere alimentata in relazione alla quota IVS a carico del datore di lavoro;

–  gli importi corrispondenti alla quota di contribuzione IVS a carico del lavoratore – che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale, qualora non fosse stata esercitata la facoltà di rinuncia in esame – sono erogati direttamente al lavoratore dipendente con la retribuzione. Le somme così corrisposte sono imponibili ai fini fiscali, ma non ai fini contributivi.

Soggetti che possono accedere all’incentivo

Possono accedere all’incentivo di cui all’articolo 1, comma 286, della Legge di bilancio 2023, tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, a prescindere dalla circostanza che i datori di lavoro titolari del rapporto assumano o meno la natura di imprenditore.

Ai fini pensionistici, i periodi durante i quali il lavoratore usufruisce del beneficio in esame comportano una riduzione dell’aliquota di finanziamento e di computo di cui all’articolo 1, comma 8, Legge n. 335/1995 e non incidono sulla retribuzione pensionabile.

Al riguardo, l’INPS precisa che la fruizione del beneficio in esame non modifica la determinazione dell’importo delle quote di pensione calcolate con il sistema retributivo, le quali sono determinate sulla base della retribuzione pensionabile, in applicazione delle disposizioni normative vigenti per la gestione pensionistica a carico della quale è liquidato il relativo trattamento pensionistico. 

Con riferimento, invece, alla quota di pensione contributiva, l’esonero produrrà effetti sul montante contributivo individuale che verrà determinato applicando alla base imponibile, per i periodi interessati dall’incentivo, l’aliquota di computo nella percentuale prevista a carico del datore di lavoro.

La procedura di riconoscimento

Il lavoratore che intende avvalersi dell’incentivo al posticipo del pensionamento deve darne comunicazione all’INPS, che provvede alla verifica dei requisiti di spettanza dell’incentivo. Dopo avere ricevuto la domanda, l’Istituto verifica, pertanto, il raggiungimento da parte del lavoratore dei requisiti minimi pensionistici per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile e, entro 30 giorni dalla presentazione della relativa richiesta o dalla data di acquisizione della eventuale documentazione integrativa necessaria, comunica al lavoratore l’esito della domanda e al datore di lavoro, mediante il servizio “Comunicazione bidirezionale”, l’accoglimento della stessa.

Solo all’esito dell’avvenuta comunicazione da parte dell’INPS al datore di lavoro, lo stesso procederà con gli adempimenti a proprio carico, ossia a non effettuare il versamento della quota di contribuzione a carico del lavoratore.

Qualora la decorrenza dell’incentivo riguardi periodi in cui le contribuzioni siano state già versate, il datore di lavoro procede – tramite conguaglio – al recupero di quanto precedentemente versato, secondo le indicazioni di cui ai successivi paragrafi.

Pertanto, la circolare in commento riporta anche le modalità di esposizione dei dati relativi all’esonero nelle diverse sezioni del flusso UniEmens: <PosContributiva>, <PosPA>, <PosAgri>, oltre che le modalità di applicazione per i rapporti di lavoro domestico.

 

CCNL Credito: nuovo incontro per il rinnovo

Tra gli argomenti oggetto di discussione l’aumento degli stipendi, nuove assunzioni e più agevolazione sui fringe benefit

Il 21 settembre si è svolto l’incontro tra First-Cisl, Fisac, Unisin, Fabi e Abi per discutere sul rinnovo del CCNL applicabile al personale delle aree professionali dipendenti dalle imprese creditizie, finanziarie e strumentali.
Secondo i sindacati, è innanzitutto necessario discutere sull’aumento del salario minimo, con la previsione di un incremento di 435,00 euro mensili, dovuti sia agli straordinari risultati conseguiti dal settore sia all’aumento dei tassi BCE sui mutui e, in generale, sulle condizioni economiche delle famiglie.
Altro argomento toccato dai sindacati è stato la necessità di nuove assunzioni, già oggetto di impegno da parte delle aziende.
E’ stata, inoltre, ribadita l’assoluta urgenza di individuare soluzioni al problema degli aggravi dovuti alla penalizzante normativa sui fringe benefit.
Le Organizzazioni sindacali hanno, infine, sottolineato la centralità del contratto nazionale come sede di individuazione delle soluzioni organizzative, delle prospettive future del settore, della trasformazione digitale e come presidio della funzione sociale delle banche per lo sviluppo del Paese.
Per quanto riguarda ABI, invece, è stata espressa l’intenzione di proseguire la trattativa individuando un proprio ordine di aree tematiche, definito nel documento consegnato ai sindacati.
I prossimi incontri si svolgeranno l’11 e 12 ottobre.