CCNL Commercio D.M.O.- Federdistribuzione: incontro per il rinnovo

Proseguono i lavori per il rinnovo contrattuale. Tema chiave i salari 

Nei giorni scorsi, le Sigle sindacali Filcams, Fisascat e Uitucs si sono riunite insieme a Federdistribuzione per discutere del rinnovo contrattuale del CCNL della Distribuzione Moderna Organizzata. Il contratto riguarda i dipendenti che lavorano nelle imprese del commercio moderno alimentari e non alimentari operanti attraverso le formule della grande distribuzione, distribuzione organizzata/associata, catene di negozi, franchising, ingrosso, cash and carry e shopping on line, che sviluppano la propria attività attraverso centri commerciali, negozi a libero servizio di ogni dimensione (quali, ad esempio, ipermercati, superstore, supermercati, negozi di vicinato, grandi magazzini, grandi superfici specializzate e non) in tutte le categorie merceologiche in gestione diretta, franchising, e-commerce o altre formule distributive. Le Parti sindacali, come precisato in una nota dalla Uiltucs, hanno preso consapevolezza del fatto che con la parte datoriale ci sono delle differenze di vedute sul tema del salario. Infatti, come riportato, secondo Federdistribuzione non è possibile avere aumenti coerenti con l’aumento dei prezzi riscontrato nel periodo trascorso né in quelli previsti per il periodo di vigenza futuro. Questo, hanno fatto sapere i Sindacati, a lungo andare, potrebbe creare frizioni tra le Parti. Dal canto loro, le Sigle stanno cercando di dare una svolta alla negoziazione. 

Apprendistato di primo livello: regime contributivo per le assunzioni da gennaio 2023

L’INPS illustra gli adempimenti informativi e contributivi a cui sono tenuti i datori di lavoro con numero di addetti pari o inferiore a nove per le assunzioni effettuate con contratto di apprendistato di primo livello a decorrere dal 1° gennaio 2023 (INPS, messaggio 17 ottobre 2023, n. 3618).

L’agevolazione disposta dall’articolo 1, comma 645, della Legge n. 234/2021 (Legge di bilancio 2022) non è stata rinnovata per l’anno 2023 e, dunque, non trova applicazione per i lavoratori assunti a partire dal 1° gennaio 2023 con contratti di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore (c.d. apprendistato di primo livello).

 

Conseguentemente, l’INPS fornisce chiarimenti e istruzioni operative sul regime contributivo applicabile alle assunzioni effettuate con contratto di apprendistato di primo livello a decorrere dal 1° gennaio 2023 da parte del datore di lavoro con numero di addetti pari o inferiore a nove.

 

La contribuzione dovuta dai datori di lavoro in questione, per il finanziamento delle gestioni previdenziali interessate, è fissata secondo le misure crescenti dell’1,50% (nei primi 12 mesi), del 3% (dal 13° al 24° mese) e del 10% (dal 25° mese).

 

Tuttavia, per gli assunti con contratto di apprendistato di primo livello da parte dei datori di lavoro che occupano alle proprie dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove, l’aliquota contributiva datoriale deve essere calcolata, per i primi 24 mesi, secondo quanto disposto dall’articolo 1, comma 773, quinto periodo, della Legge n. 296/2006, mentre, a partire dal 25° mese, è ridotta al 5%, ai sensi dell’articolo 32, comma 1, lettera b), del D.Lgs. n. 150/2015.

 

Con riguardo, invece, ai datori di lavoro con numero di addetti superiore a nove, si ricorda che l’aliquota imponibile è pari al 5% per l’intera durata del rapporto di apprendistato (sulla base di quanto previsto dall’articolo 32, comma 1, lettera b) del D.Lgs. n. 150/2015, nonché per effetto della proroga e stabilizzazione operata dall’articolo 1, comma 110, lettera d) della Legge n. 205/2017).

 

Le assunzioni con contratto di apprendistato di primo livello, in applicazione dell’articolo 32, comma 1, lettere a) e c), del D.Lgs. n. 150/2015, non sono soggette alla disciplina del contributo di licenziamento (c.d. ticket di licenziamento), e sono esonerate dal versamento della contribuzione di finanziamento dell’ASpI e dal contributo integrativo di cui all’articolo 25, quarto comma, della Legge n. 845/1978 (pari, complessivamente, all’1,61% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali).

 

Alla luce di quanto esposto, pertanto, i benefici contributivi di cui all’articolo 32, comma 1, lettere a), b) e c), del citato decreto legislativo sono da ritenersi applicabili qualora coesistano due specifiche condizioni:

 

– assunzioni con contratto di apprendistato di primo livello;

– i datori di lavoro abbiano alle proprie dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove.

 

Il suddetto requisito dimensionale deve sussistere al momento dell’assunzione dell’apprendista di primo livello. Conseguentemente, il beneficio contributivo permane anche se, successivamente all’assunzione, il datore di lavoro supera il predetto limite dimensionale.

 

L’aliquota contributiva a carico dell’apprendista è, invece, pari al 5,84% della retribuzione imponibile per tutta la durata del periodo di formazione e, in considerazione di quanto previsto all’articolo 47, comma 7, del D.Lgs. n. 81/2015, per un anno dalla prosecuzione del rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato.

 

L’INPS rammenta poi che, per effetto della riforma introdotta dalla Legge di bilancio 2022, a decorrere dal 1° gennaio 2022, le tutele in materia di ammortizzatori sociali sono estese anche ai lavoratori con contratto di apprendistato di qualsiasi tipologia e, quindi, non soltanto professionalizzante, con i conseguenti obblighi contributivi a carico dei datori di lavoro e che, inoltre, i lavoratori assunti con contratto di apprendistato (professionalizzante e non) sono beneficiari delle integrazioni salariali agricole, con conseguente versamento da parte dei datori della relativa contribuzione in ragione dell’inquadramento assegnato dall’Istituto alla matricola aziendale.  

 

Infine, in apposita tabella, sono riportati i codici TipoContribuzione per l’esposizione nel flusso Uniemens dei dati relativi agli apprendisti assunti a decorrere dal 1° gennaio 2023 da parte dei datori di lavoro che occupino alle proprie dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove,

 

I suddetti codici devono essere utilizzati esclusivamente con l’esposizione nel flusso Uniemens del codice Tipo Lavoratore “PA”, avente il significato di “Apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore”, oppure “M0” (zero), avente il significato di “Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale. Lavoratori dipendenti da aziende esercenti miniere, cave e torbiere, per periodi di lavoro compiuto in sotterraneo”.

Prepensionamento giornalisti: il requisito della permanenza in CIGS

Fornito un riepilogo sulle condizioni e sulla durata del trattamento di Cassa integrazione guadagni straordinaria (INPS. messaggio 13 ottobre 2023, n. 3595).

In risposta ad alcune richieste di chiarimenti, l’INPS ha riepilogato le condizioni di accesso al prepensionamento dei giornalisti iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti con particolare attenzione al requisito della permanenza minima in CIGS (articolo 37, comma 1, lettera b), Legge n. 416/1981).

Infatti, una delle condizioni richieste per accedere al prepensionamento è l’essere stati ammessi al trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per la causale di cui all’articolo 25-bis, comma 3, lettera a), D.Lgs. n. 148/2015: “riorganizzazione aziendale in presenza di crisi, di durata non superiore a 24 mesi, anche continuativi”. Restano, invece, escluse le ipotesi di trattamenti straordinari di integrazione salariale determinati dalle causali di cui alle lettere b) e c) dello stesso articolo: ossia, rispettivamente, “crisi aziendale, ivi compresi i casi di cessazione dell’attività produttiva dell’azienda o di un ramo di essa anche in costanza di fallimento, di durata non superiore a 24 mesi, anche continuativi” e “contratto di solidarietà di cui all’articolo 21, comma 1, lettera c)”.

Le condizioni per il prepensionamento

Ai fini dell’accesso al prepensionamento è necessario pertanto che:

– i 3 mesi di permanenza in CIGS, ancorché non continuativi, siano fruiti nel periodo indicato nel decreto ministeriale di autorizzazione alla CIGS finalizzata al prepensionamento oppure nel periodo di proroga del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria ai sensi dell’articolo 22-bis, D.Lgs. n. 148/2015;

– i requisiti anagrafico e contributivo siano maturati entro il medesimo periodo di CIGS autorizzato dal predetto decreto ministeriale;

– l’ultima contribuzione sia accreditata a titolo di CIGS finalizzata al prepensionamento.

Tuttavia – spiega l’Istituto – in ragione del trasferimento della funzione previdenziale svolta dall’INPGI, Gestione sostitutiva dell’AGO, all’INPS, Fondo pensioni lavoratori dipendenti, a opera dell’articolo 1, commi 103 e seguenti, della Legge n. 234/2021, si rende necessario tutelare il legittimo affidamento dei lavoratori che, avendo maturato il requisito amministrativo secondo la precedente prassi operante (almeno un giorno di CIGS al mese per almeno 3 mesi), sono cessati dal rapporto di lavoro in assenza del requisito di permanenza in CIGS di 90 giorni o, ancorché non cessati, non abbiano la possibilità di  perfezionarlo in ragione dei limiti di durata del decreto di autorizzazione del trattamento di integrazione salariale.

Quindi, in deroga al requisito di permanenza in CIGS per almeno 90 giorni, il prepensionamento può essere riconosciuto in favore di quei giornalisti che, alla data di pubblicazione del messaggio in commento, siano stati almeno posti in CIGS per un giorno al mese per almeno tre mesi e rientrino in una delle seguenti casistiche:

– abbiano cessato il rapporto di lavoro senza il requisito di permanenza in CIGS per almeno 90 giorni;

– ancorché non cessati, si trovino nell’impossibilità di completare i 90 giorni di permanenza in CIGS, in quanto il tempo residuo per la fruizione completa dell’ammortizzatore sociale autorizzato dal relativo decreto ministeriale non lo consenta.  

Pertanto, in presenza di queste condizioni, l’Istituto riesaminerà le domande di prepensionamento respinte per carenza del requisito di permanenza in CIGS per almeno 90 giorni. Invece, in tutti gli altri casi, per accedere al trattamento pensionistico in esame, dovrà essere verificata la sussistenza del requisito della permanenza in CIGS per almeno 90 giorni. 

CCNL Magazzini Generali: a ottobre previsti nuovi minimi



A decorrere dal 1°ottobre stabiliti nuovi aumenti per il personale viaggiante e non viaggiante


Il CCNL sottoscritto il 18 maggio tra Aiti, Assoespressi, Assologistica, Fedespedi, Fedit, Fisi, Trasportounito, Fiap, assistite da Confestra, Anita, Fai, Assotir,  Federtraslochi, Federlogistica, Fiap, Unitai, assistite da Conftrasporto, Cna-Fita,  Confartiginato Trasporti,  Casartigiani, Claai,  Confcooperative – Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Agci Servizi, Aite e  Filt-Cgil, Fit-Cisl,  Uiltrasporti ha previsto nuovi minimi retributivi a decorrere dal 1°ottobre 2023, applicabile a tutti i lavoratori appartenenti alle imprese la cui attività, qualunque sia la modalità con la quale viene svolta, sia in territorio nazionale che all’estero, è riconducibile nell’ambito della filiera logistica, trasporto, spedizione, deposito, smistamento, raccolta, delivery, distribuzione e consegna di merci.
Di seguito i nuovi minimi retributivi.



































Livello Minimo
Quadro 2.323,48
2.182,07
2.004,58
3° Super  1.810,37
1.761,69
1.675,69
4° Junior 1.632,02
1.597,70
1.493,28
6° Junior 1.373,62

I nuovi minimi per il personale viaggiante.












































Livello Minimo
C3 1.811,01
B3 1.810,37
A3 1.809,73
F2 1.762,36
E2 1.761,73
D2 1.761,10
H1 1.707,09
G1 1.700,23
L (Rider oltre 15 mesi) 1.619,81
L Rider (oltre 6 mesi) 1.578,96
L Rider (da 7 a 15 mesi) 1.578,96
I Rider (da 1 a 6 mesi) 1.497,30
L Rider (da 1 a 6 mesi) 1.497,30

 

Giornalisti dipendenti e contributo straordinario: esposizione nel flusso UniEmens

L’INPS fornisce le istruzioni sulle modalità di denuncia e di versamento del contributo aggiuntivo pari all’1% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali posto a carico dei giornalisti attivi titolari di un rapporto di lavoro subordinato (INPS, messaggio 13 ottobre 2023, n. 3596).  

Nell’ambito di misure volte a mitigare la situazione di disavanzo gestionale della gestione sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria (AGO), il Consiglio di Amministrazione dell’IMPGI, con la delibera n. 27/2021, ha istituito, per un periodo di 5 anni, un contributo aggiuntivo a carico dei giornalisti attivi, titolari di un rapporto di lavoro subordinato, pari all’1% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali che concorre all’incremento del montante contributivo individuale.

 

Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, a seguito di un parere reso dall’Avvocatura generale dello Stato, ha ritenuto la delibera INPGI n. 27/2021 astrattamente efficace, compatibilmente con il nuovo assetto normativo delineato dalla Legge di bilancio 2022 che, come noto, dal 1° luglio 2022 ha disposto l’integrale trasferimento all’INPS delle funzioni garantite, fino alla data del 30 giugno 2022, dalla gestione sostitutiva dell’AGO dell’INPGI.

 

Pertanto, la delibera in questione, in relazione alla debenza del contributo straordinario di cui sopra, trova applicazione nei confronti degli ex iscritti INPGI fino al 30 giugno 2022.

 

Nel messaggio in oggetto, l’INPS indica quali sono le modalità di esposizione dei dati relativi al versamento del contributo nella sezione <PosContributiva> del flusso UniEmens per i periodi da gennaio 2022 a giugno 2022.

 

I datori di lavoro dovranno valorizzare, in relazione ai giornalisti attivi, titolari di un rapporto di lavoro subordinato, l’elemento a valenza contributiva <InfoAggcausaliContrib> seguendo le seguenti istruzioni:

 

– nell’elemento <CodiceCausale> indicare il nuovo Codice “M044”, avente il significato di “Versamento contributo 1% della retribuzione imponibile a fini previdenziali di cui alla Delibera del Consiglio di Amministrazione dell’INPGI n. 27 del 23 giugno 2021”;

 

– nell’elemento <IdentMotivoUtilizzoCausale> indicare il valore “N”;

 

– nell’elemento <AnnoMeseRif> inserire l’AnnoMese di riferimento del versamento del contributo 1%; si precisa che tale valorizzazione può essere effettuata esclusivamente nei flussi UniEmens dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023;

 

– nell’elemento <BaseRif> inserire la retribuzione imponibile ai fini previdenziali relativa alla specifica competenza;

 

– nell’elemento <ImportoAnnoMeseRif> indicare l’importo del contributo pari all’1% della retribuzione imponibile a fini previdenziali, relativo all’AnnoMese.

 

Qualora i datori di lavoro si trovino nella condizione di dovere adempiere all’obbligo contributivo per dipendenti non più in forza sulla matricola alla data di pubblicazione del messaggio in commento, potranno indicare gli stessi sul flusso UniEmens con il codice <TipoLavStat> NFOR, valorizzando l’elemento <InfoAggCausaliContrib> con le istruzioni sopra fornite.

 

I datori di lavoro che hanno sospeso o cessato l’attività dovranno avvalersi della procedura delle regolarizzazioni (UniEmens/vig).

 

Vengono poi date le relative istruzioni contabili.